Siamo tutti un po’ ancorati a qualcosa che sta sopra di noi, ad un’entità che chiamiamo Dio (o a cui diamo altri nomi in base alla religione) in cui rifugiarci nei momenti del bisogno. Qualcuno è un po’ scettico e preferisce vivere da ateo, qualcun altro ha invece bisogno di sentirsi protetto, ma al di là di ciò che crediamo noi anche secondo la scienza, che si riguarda bene dallo stare lontano dalla religione, pregare può aiutare a vivere meglio.
Sin dai tempi più remoti, l’uomo fa appello ad entità superiori per sentirsi protetto, aiutato confortato, soprattutto quando il momento lo richiede. Ecco perché, nel notare come la fede sia stata onnipresente praticamente sin dalla nascita dell’uomo, la scienza, e più precisamente la psicologia, si è interrogata sul ruolo che la fede possa avere sulla nostra salute. Quanto vedremo di seguito è un fondamentale dato di cui tenere sempre conto. Perché? Qualsiasi religione porta con sé un bagaglio immenso di riti, credenze, perfino superstizioni che risale alla notte dei tempi. Un esempio su tutti è il significato del numero 666 che, da sempre, è collegato al Demonio. Proprio per questa motivazione, gli psicologi hanno approfondito l’argomento fede e preghiera.
I benefici secondo gli psicologi
Gli psicologi sono certi di quanto credono: pregare infonde speranza, genera fiducia, crea aspettative ed ottimismo che possono favorire ad uno stile di vita sano. Credere insomma fa aumentare la voglia di prendersi cura di sé. Facciamo qualche esempio per chiarire meglio il concetto. Quando una persona scopre di avere una malattia, rifugiarsi nella propria religione aiuta il paziente a prendere con uno spirito positivo le cure. Si ha una maggiore propensione a seguire le indicazioni del medico. Ma soprattutto si riesce a tenere la paura sotto controllo: pregare aiuta a sentirsi rassicurati.
Quanto appena detto sinora ha trovato sostegno nella tesi portata avanti da uno studio condotto nell’università di Torino. Secondo il gruppo di ricerca, avere un atteggiamento più fiducioso nei riguardi della malattia che si sta affrontando grazie alla fede, permette un rilascio di endorfine (alias ormone del buonumore). Ovviamente tutto ciò a patto che non si rinunci mai alla terapia, e che si usi la preghiera non nell’attesa del miracolo ma semplicemente allo scopo di alleviare il proprio malessere mentale.
Corpo e mente migliorati dalla fede
Sulla falsariga di questo studio, ve ne sono stati altri che hanno messo in evidenza come la fede porti sia benefici per il corpo sia benefici per la mente. Partiamo dagli effetti positivi sul nostro io: l’umore migliora, si alleviano i disturbi dell’ansia, si può trovare guarigione dalla depressione. Tutto ciò è possibile soprattutto se si condivide il momento della preghiera con altre persone. A riprova di ciò uno studio condotto dal National Institutes of Health degli USA. Gli studiosi ritengono che le donne dedite alla preghiera a Dio hanno meno rischi di ammalarsi di Alzheimer, demenze senili o malattie degenerative similari. Questo perché ripetere le preghiere e le litanie mantiene allenata la mente e la parte del cervello dedita alla memoria e alla concentrazione (funge insomma come una sorta di “allenamento mentale”).
Passiamo ora ai benefici per il corpo. Una ricerca condotta presso l’università di Pavia ha scoperto come pregate regolarmente insegni a respirare, migliori l’attività del cuore, aiuti la circolazione dell’ossigeno nel sangue e riduca la pressione arteriosa. Sulla falsariga di questo studio, l’americano Herbert Benson ha condotto uno studio pilota che ha confermato quanto detto sinora. Ovvero, una combo di meditazione e preghiera riesce a modificare il profilo genico ed indebolisce le cellule nocive presenti nel nostro corpo. Per cui riusciamo a scongiurare pressione alta, malattie del cuore, disturbi intestinali e persino tumori.